Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? (Rm 8, 31-32)
Il peccato originale non solo ha compromesso la relazione tra uomo e Dio, ma ha inficiato anche i rapporti reciproci tra gli uomini e tra questi e il creato, sottomesso anch’ esso alla caducità del male. Tutti sono dunque coinvolti nel peccato di Adamo, componendo la cosiddetta massa peccati, degna dell’ira di Dio. Il peccato ha assunto dimensione universale (massa), pur senza intaccare la bontà sostanziale delle creature volute da Dio. Pur di fronte al rifiuto dell’uomo, Dio non abbandona i suoi figli: la storia della salvezza registra i suoi continui interventi volti a ravvedere e ricercare il peccatore per riscattarlo dalla morte. Nella pienezza del tempo (Gal 4, 4), Dio realizza il suo disegno di salvezza: consegna il Figlio Unigenito per la redenzione universale. L’innocenza di Cristo (che Agostino sottolinea con una triplice ripetizione dell’avverbio innocenter) mette in luce l’indegnità dell’uomo, che non ha meriti da avanzare di fronte a Dio, e fa’ emergere la misericordia sovrabbondante e la generosa benevolenza di Dio.
Dio ha dato per noi il sangue del suo Figlio
La misericordia di Dio è sovrabbondante e generosa la sua benevolenza: ci ha redenti con il sangue del Piglio suo, mentre per i nostri peccati non meritavamo niente. Egli aveva fatto certo una grande cosa nel creare l’uomo a sua immagine e somiglianza. Ma poiché noi con il peccato volemmo ridurci al nulla ed ereditammo dai progenitori un legame di morte e divenimmo una massa di peccato, una massa d’ira, piacque a lui, nella sua misericordia, riscattarci a tanto prezzo. Ha dato per noi il sangue del suo Unigenito innocentemente nato, innocentemente vissuto, innocentemente morto. Chi ci ha riscattato a tanto prezzo non vuole che periscano quelli che si è acquistato. Non li ha acquistati per farli perire, ma per dar loro la vita. Se i nostri peccati sono una mole più grande di noi, Dio non disprezza il prezzo da lui pagato. Ha pagato un prezzo ingente. Da parte nostra però non lusinghiamoci basandoci unicamente sulla sua misericordia, se non siamo decisi a combattere i nostri peccati. E se ne commettiamo, soprattutto di gravi, non speriamo che ci si usi una tale misericordia che includa dell’ingiustizia. Potrà forse collocare coloro che niente hanno fatto per vivere da convertiti, ma rimasero nell’ ostinazione e durezza di cuore, incolparono anzi Dio difendendo i propri peccati, nello stesso posto ove ha collocato i santi Apostoli, i Profeti, i Patriarchi e i suoi fedeli che si sono comportati bene, che lo hanno servito, che hanno camminato nella castità , nella modestia, nell’umiltà , facendo elemosine, perdonando tutto ciò che dovettero sopportare dagli altri? Tale è la via seguita dai giusti, tale è la via seguita dai santi che hanno ritenuto Dio come loro padre ela Chiesacome loro madre. Non disgustando né quel Padre né questa madre, ma vivendo nell’ amore di ambedue questi genitori e affrettandosi verso l’eredità eterna, appunto perché non si è offeso il Padre né la madre, verrà data a ciascuno l’eredità .
(dal Discorso 22, 9)
Per una breve meditazione…
Non taccia la nostra lingua e dica: Ecco Cristo ha sofferto, il compratore ha mostrato il compenso, ecco il prezzo che ha dato, il suo sangue è stato versato. Nel sacco del suo Corpo portava il nostro prezzo; è stato colpito dalla lancia, il sacco si è aperto e ne è disceso il prezzo di tutta la terra.
(dal Commento al Salmo 21, 28)
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