Casa d’accoglienza Sant’Agostino

Casa vacanza con notevole spazio per 25 persone. La struttura è dotata di cucina e ampio refettorio; salone; 9 camere da 2/3 posti di cui 6 con bagno interno; riscaldamento autonomo su entrambi i piani.

La casa è ben sistemata per gruppi, famiglie, feste, compleanni, ecc…

Il prezzo è variabile a seconda del numero degli ospiti.

Struttura autogestita.

Telefono: 333 1398699
eMail: caruccivalerio@yahoo.it



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Libro On-Line “Agostino dottore della libertà”. A cura di Agostino Trapè

Queste pagine nascondono una speranza; la speranza dell’autore di aver portato, dopo non pochi anni di studio, un contributo alla chiarificazione del pensiero agostiniano su un argomento tanto importante e pur tanto difficile. Se ha raggiunto lo scopo lo dirà il lettore.

Grazia e libertà sono un binomio ad alto rischio; il rischio di trasformarsi, a causa d’una imprudente e fatale scelta, in un dilemma: o la libertà senza la grazia o la grazia senza la libertà. La scelta semplifica il problema ma è, ho detto, fatale, perché deforma un insegnamento che consiste essenzialmente nella sintesi. Tale fu appunto quello del vescovo d’Ippona. Egli è il pensatore della sintesi, delle grandi sintesi, in questo argomento come in tanti altri – Dio e l’uomo, per esempio, Cristo e la Chiesa, amore e timore, ecc. -. Trasformare i suoi binomi in dilemmi significa condannarsi a non capirlo. Non bisogna scegliere, ma studiarlo, per capirlo, in quel profondo – nel caso nostro nel profondo dell’uomo -, dove s’incontrano le verità che sembrano contrarie.

Libertà e grazia. Agostino ha difeso la grazia – necessità efficacia gratuità – ma anche la libertà; ha difeso la libertà ma anche la grazia. L’insegnamento costante e la raccomandazione pressante del vescovo d’Ippona è che i due termini – libertà e grazia – siano tenuti fermi insieme, anche quando non se ne comprenda l’armonia profonda. Basta in questo caso riferirsi a Cristo che è insieme Salvatore e Giudice. Ora come può essere Salvatore se si nega la grazia? E come può essere Giudice se si nega la libertà? Essa è necessaria per essere responsabili dei propri atti ed acquisire il merito. Ed ecco una distinzione preziosa – che molti non sanno (o dimenticano) che Agostino abbia fatto -: la distinzione tra la libertà necessaria per acquistare il merito e la libertà per possedere il premio: la prima esige che si ponga un atto – è Agostino stesso che spiega – con il potere di non porlo, la seconda no, perché ha raggiunto la perfezione, possiede quindi la “beata necessità” di non venir mai meno dall’amore del bene: il poter peccare non è una prerogativa della libertà.

Posti al sicuro questi cardini dommatici intorno alla libertà di scelta, il nostro dottore spazia ampiamente e con gioia nei vasti campi della libertà cristiana. Anzitutto egli osserva che la libertà è tanto cara che affascina l’animo dell’uomo, lo attrae, lo avvince. Libertas delectat!, esclama, ed aggiunge: delectet te, et liber es: ti diletti la vera libertà e sarai libero. La vera: volere il male è libertà falsa o segno di libertà, ma come la malattia è segno della salute. […]

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