Quarta Settimana

Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.  (Gv 3, 17)

Gesù Cristo ha manifestato apertamente la sua missione salvifica nel mondo. Egli non si è incarnato per giudicare né per soddisfare quell’ attesa trionfalistica del Messia così come era concepita dagli Ebrei. Cristo è il Salvatore, che si distingue per i sentimenti di bontà e di attenzione verso i poveri. La sua presenza inaugura un tempo di misericordia, l’anno di grazia (cf. Lc 4, 19). La sua compassione è indirizzata a liberare l’uomo non solo dalle miserie del corpo, ma soprattutto dell’anima: sono infatti i peccatori ad attirare la pietà del Medico. La testimonianza misteriosa, ma al tempo stesso più intensa, della Incarnazione di Gesù Cristo si ha sulla croce. Anche dall’ alto del patibolo Cristo rinuncia ad emettere un giudizio di condanna su coloro che lo uccidono; anzi raccoglie persino l’estrema supplica di uno dei due ladroni crocifisso al suo fianco. Con il salmista si può ben esclamare: Tutti i confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio (Sal 98,3).

La salvezza proviene solo da Dio e da Gesù Cristo

Capita in questo mondo, ve lo dico subito, che l’anima umana quando è messa alla prova da non so quale sventura disperi del Signore e preferisca sperare nell’uomo. Prova a dire a un tizio sul quale s’è abbattuta una qualche tribolazione: C’è quel tale dei tali, quella persona ragguardevole, che potrebbe liberarti. Lo vedi sorridere, gode, riprende vigore.

Se invece gli si dice: Ti libererà Dio, quasi s’irrigidisce congelato dalla disperazione. Ti si promette l’aiuto di un mortale e godi; ti si promette l’intervento di chi è immortale e sei triste! Ti si promette la liberazione ad opera di uno che come te ha bisogno d’essere liberato” ed esulti di gioia come per un aiuto veramente efficace; ti si promette l’intervento di quel liberatore che non ha bisogno di chi lo liberi e resti nella disperazione prendendo la cosa come una celia […]. Guai a pensieri di questo genere! pensieri estremamente peregrini, nei quali si nasconde una morte davvero infelice e grandemente rovinosa.

Avvicinati, comincia a desiderare, comincia a ricercare e a riconoscere il tuo Creatore. Egli non abbandonerà la sua creatura, a meno che non sia la creatura stessa ad abbandonarlo.

La salvezza è nell’unico Figlio dell’uomo, e in lui non c’è per il fatto che è figlio dell’uomo, ma Figlio di Dio; non per quel che ha preso di tuo, ma per quel che di se stesso ha conservato. In nessun uomo dunque c’è la salvezza, se è vero che anche in Cristo in tanto c’è salvezza in quanto è Dio, egli che è sopra tutte le cose Dio benedetto nei secoli. Quanto agli uomini, è infondato quel che si arrogano, cioè di poter dare la salvezza. La diano a se stessi! Dillo in faccia al superbo: Tu ti glori dicendoti capace di salvarmi. Salva te stesso. Vedi se lo puoi. Se rifletterai per bene sulla tua fragilità, vedrai che questa salvezza non ce l’hai ancora. Quindi non starmi a sollecitare che me l’attenda da te; aspettiamola piuttosto insieme da chi può darla. Non confidate nei potenti né nei figli dell’ uomo, in cui non c’è salvezza.

(dal Commento al Salmo 145,9)

Per una breve meditazione…

Chi ti ha creato senza di te, non ti giustifica senza di te: ha creato chi non sapeva, non giustifica chi non vuole.

(dal Discorso 169, 11.13)

Vivere la Quaresima con S. Agostino

Pensieri tratti dal libro “Dio parla nel silenzio del cuore” di Pasquale Cormio ed.

La Quaresima, i 40 giorni che precedono la celebrazione della passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo, sono il segno della grazia che previene, assiste e accompagna la chiesa nel suo cammino. Per vivere meglio il tale tempo di grazia, presentiamo questo piccolo sussidio che vuole offrire, attraverso un’antologia di brani tratti dalle opere di S Agostino, un’arricchimento per la meditazione personale sulle letture bibliche del tempo liturgico quaresimale.

Post precedenti «

» Post successivi