È tornata alla luce una Sacra Reliquia, a noi amandolesi molto cara.
Stiamo parlando del Cippo di legno su cui il Beato Antonio, nelle tante notti passate nella sua stanza all’interno del Convento Agostiniano, era solito poggiare il capo per potersi addormentare. Era solito riposarsi su di un letto fatto di tavole in legno e paglia, coprirsi con una coperta in pelle di capra ed utilizzare un masso di pietra come cuscino; era questa una delle tante penitenze al quale il Beato sottoponeva il suo corpo per raggiungere la più completa comunione con Dio.
Non furono rare le notti in completa veglia e meditazione che passò all’interno del Santuario o della sua stanza, accompagnato dalle tante estasi ma anche dalle molte tentazioni del Demonio, che si faceva sentire presente non solo spiritualmente ma anche fisicamente, percuotendo il nostro Santo per allontanarlo da quella fede che lui tanto amava.
In vecchiaia, però, sotto consiglio dei suoi confratelli decise di sostituire il masso in cui era solito riposare con un cippo di legno, che lo accompagnò fino alla fine del suo viaggio terreno.
Dopo la sua morte, il corpo del Beato e soprattutto il suo cippo furono meta di pellegrinaggi e forte fede religiosa al punto tale, che la gente staccava piccoli pezzi di questo santo legno per miscelarlo all’interno delle loro anfore d’acqua e, voglia il caso o no, tale acqua diventava medicina portentosa e miracolosa per i molti malanni dell’epoca; si diceva che tale acqua riuscisse a guarire dai calcoli renali e dalla peste.
Quando però tale pratica diventò consueta si volle correre ai ripari ed evitare che la santa reliquia, a furia di essere erosa, scomparisse nel giro di pochi anni.
Qui intervennero i frati Agostiniani che, preso il cippo, lo nascosero nel Convento dove, gelosamente custodito e protetto, è giunto fino ai giorni nostri.
Adesso è tornato alla luce e l’intenzione della Comunità Agostiniana amandolese è di esporre tale reliquia di nuovo al pubblico, come segno forte della presenza ancora viva del Beato Antonio in mezzo a noi.
Ulteriore prova dell’autenticità della reliquia è una bolla ufficiale dello Stato Pontificio, datata 1857, ancora ben leggibile e apposta sulla superficie frontale del cippo, con tanto di sigilli posti ai suoi 4 angoli che la saldano completamente ad esso.
Molto chiaro e leggibile il suo testo in latino, che tradotto, ha questo significato:
(IHS)
= IESUS HOMINIS SALVATOR
= GESU’ SALVATORE DEGLI UOMINI
TAVOLA CUSTODITA DA LUNGO TEMPO E FEDELMENTE NELLA CAMERETTA DEL BEATO ANTONIO DA AMANDOLA, DOVE RECLINAVA IL SUO STESSO CAPO, UNA VOLTA QUANDO S’ADDORMENTAVA, PROPRIO COME SI RICAVA DALLA DEVOTA E COSTANTE TRADIZIONE.
Illustrissimo e Reverendissimo
Cardinale Filippo De Angelis
Arcivescovo di Fermo
10 Febbraio 1857
Noi della Confraternita del Beato Antonio da Amandola per la gioia della comunità amandolese, esponiamo le sue foto ed il chiaro contenuto della bolla vaticana, sperando che ciò riaccenda in tutti noi l’antica devozione popolare in un uomo, un Santo, che ha avvicinato, con la sua fede e la sua completa devozione a Gesù ed alla sua Santa Madre Maria, Amandola al cuore dell’Altissimo.