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Settimana Santa – Sabato

Cristo é morto una volta per sempre per i peccati, per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. (1 Pt 3, 18)

“Il Signore Gesù Cristo non per altro fine e venuto nella carne e, presa la natura di servo, si e fatto obbediente sino alla morte di croce se non per vivificare, salvare, liberare, redimere, illuminare con questa amministrazione di grazia misericordiosissima tutti coloro dei quali, ammessi a vivere come membra del suo corpo, egli e il Capo per la conquista del regno dei cieli” (De peccatorum meritis et remissione I, 26.3 9). Nella Sacra Scrittura la missione salvatrice di Cristo e espressa con tante Categorie: si dice che Cristo e venuto per dare la vita, per salvare gli uomini, per liberare, redimere ed illuminare l’umanità, al fine di incorporate a sé gli uomini. Oltre ad essere mediatore, Cristo e il liberatore, il redentore, il salvatore, colui ci purifica e ci riscatta dal peccato, che l’uomo ha con il primo Adamo. Come secondo Adamo, assume la carne, ma non il peccato e sborsa dal ferito quanto occorre a saldare il debito contratto dal mondo intero. In questo modo tutti gli uomini “Costoro prima vivevano nella morte, nella malattia, nella schiavitù, nella prigionia, nelle tenebre dei peccati, sotto il dominio del diavolo principe dei peccatori. Per loro Cristo diventò il Mediatore tra Dio e gli uomini, e per opera sua, distrutta l’inimicizia della nostra empietà della pace di quella grazia, siano stati riconciliati con Dio per la vita eterna e strappati alla morte eterna che sovrastava ai Peccatori

Dio ama a tal punto da morire di amore per  i peccatori!

Potrà sembrar poco questo, che Dio per gli uomini, il giusto per i peccatori, l’innocente per i colpevoli, il re per gli schiavi, il signore per i servi sia venuto rivestito della carne umana, sia stato visto sulla terra, abbia vissuto insieme con gli uomini; ma per di più fu crocifisso, morì e fu sepolto. Non credi? Chiedi forse quando sia successo? Ecco quando: Sotto Ponzio Pilato. Per precisartelo c’e anche il nome del giudice, perché tu non possa dubitare neanche del tempo. E allora credete che il Figlio di Dio fu crocifisso sotto Ponzio Pilato e fu sepolto. Ecco che nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Nessuno davvero? Proprio nessuno. E’ verità, lo ha detto Gesù stesso. Interroghiamo anche l’Apostolo; egli ci dice: Cristo morì per gli empi. E poco dopo: Mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo. E allora in Cristo noi troviamo un amore ancora più grande, perchè egli non ha dato la sua vita per degli amici, ma per i suoi nemici. Quanto grande è l’amore di Dio per gli uomini, quanta tenerezza amare i peccatori fino a tal punto da morire per essi di amore! Egli dimostra i suo amore per noi, sono ancora parole dell’Apostolo, perchè, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. Anche tu dunque credilo, e non vergognarti di confessarlo per la tua salvezza. Si crede infatti col cuore per ottenere la giustizia, e si confessa con la bocca per avere la salvezza.  Inoltre, perché non avessi dubbi, perché non avessi vergogna, quando cominciasti a credere ricevesti il segno di Cristo sulla fronte, che è come la sede del pudore. Ripensa che cosa hai in fronte, e non avrai paura della lingua altrui. Chi si vergognerà di me davanti agli uomini, dice il Signore stesso, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui davanti agli angeli di Dio. Non arrossire dunque per l’ignominia della Croce che per te Dio stesso non ha esitato di accogliere. Ripeti con l’Apostolo: Per me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo. E ti farà eco ancora lo stesso Apostolo: Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi, so non Gesù Cristo, e questi crocifisso. Egli che da un sol popolo fu allora crocifisso, ora è fisso nel cuore di tutti quanti i popoli (dal Discorso 215,5)

Per una breve meditazione…

Quanto grande è l’amore di Dio per gli uomini, quanta tenerezza amare i peccatori fino al punto da morire per essi di amore! (dal Discorso 215,5)

 

 


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