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Via Crucis 2

 

Sono una Piccola sorella di Gesù, come Angela di cui ero sorella e  amica e che spesso ho visitato  quando era ad Amandola.

Nella nostra famiglia religiosa, uno de punti fondamentali  è la contemplazione di Gesù che a Betlemme si è fatto bambino piccolo povero fragile,

Questo nella pratica della vita comporta , oltre un atteggiamento di abbandono nelle mani di Dio Padre, anche il mettermi in relazione con gli altri da una posizione di debolezza, di non potere. Dal basso.

Nella mia vita mi sono trovata varie volte a cambiare di paese e quindi a trovarmi senza  punti di riferimento, fin nella cose più quotidiane e normali e quindi avendo  bisogno degli altri.

 Ogni volta  ho sperimentato la accoglienza l’aiuto per imparare la lingua, per  sapere come fare le cose, come si cucina, dove si prende l’acqua..: Ho imparato dai miei vicini , specialmente dai più poveri il senso della comunità allargata, della condivisione, della solidarietà.

 

E veramente posso dire di avere sempre trovato accanto a me dei buon samaritani che mi hanno soccorso e si sono fatti carico di me con pazienza

Ringrazio Dio che mi ha permesso di esperimentare questo tante volte nella mia vita e capire per l’esperienza personale che cosa sia  la solidarietà e quanto sia vitale

 

C’è un episodio che mi ha marcato profondamente appena arrivata a Cuba.

Cuba è una isola governata da un regime comunista. Economicamente  è soggetta a un totale blocco commerciale da parte degli Stati Uniti  ed era sostenuta dall’aiuto cospicuo   dell’Unione Sovietica. Con la caduta dell’Unione  Sovietica Cuba si è trovata senza risorse e in particolare senza petrolio

I  trasporti erano precari, specialmente negli anni 90. Per spostarsi da una città all’altra ci si metteva sulla strada e si viaggiava con quello che si ci prendeva su. Una delle prime volte in cui sono dovuta andare in città  ero sul bordo della strada con molte altre persone . Si è fermato  un camion di quelli che trasportano sabbia , con il fondo rotondeggiante. Siamo saliti in tanti , io che ero nel centro del cassone del camion non avevo vicino una sponda  a cui sostenermi. Già mi era difficile mantenere l’equilibrio su quel fondo inclinato e mi domandavo come avrei fatto quando il camion sarebbe partito. Alle prime scosse del motore sentì due mani forti sulle mie spalle e   spontaneamente misi le mie mani  sulle spalle di quello che stava davanti a me. Poi mi girai e vidi come una ragnatela fatte  di braccia ognuno sostenendo l’altro.

 E’ stata per me come l’icona della solidarietà che fa stare in piedi anche nelle situazioni difficili e questa immagine mi è rimasta scolpita nel cuore

 Non è stato un movimento calcolato , ma l’espressione della necessità in cui ognuno spontaneamente si fa carico . sostiene ed è sostenuto.

Papa Francesco scrive :”… fa bene appellarci alla solidità che deriva dal saperci responsabili della fragilità degli altri cercando un destino comune …..Gli ultimi in generale praticano quella solidarietà tanto speciale che esiste fra quanti soffrono, tra i poveri che la civiltà sembra aver dimenticato” e più avanti ricorda che “..oggi o ci salviamo tutti o nessuno si salva

 

A Cuba ,   scarseggiava tutto e spesso anche il cibo. Io vivevo in un paese piccolo, dove tutti sanno tutto di tutti, cosa che a volte può risultare scomodo, ma in questa situazione ognuno sapeva anche se il vicino aveva qualche cosa da mangiare o no e al momento opportuno arrivava con un piatto di riso o fagioli, condividendo del poco che ognuno aveva,. Ed era reciproco in modo che nella povertà generale, nessuno moriva di fame, o di solitudine.

Ho assistito anche a un movimento nato spontaneamente in un piccolo gruppo di donne,   che   si ritrovava una volta alla settimana per leggere e condividere il Vangelo. Dalla lettura del Vangelo hanno preso  coscienza della esigenza dell’insegnamento di Gesù e dell’impegno concreto di solidarietà. Davanti alla realtà che si viveva  hanno organizzato una specie di cucina dove ognuna portava quello che poteva: tempo, braccia, legna, tegame, riso, fagioli …. e quello che si poteva trovare … per preparare e portare un piatto pronto ai malati soli o a chi aveva più necessità e meno possibilità.

Ognuna si è guardata attorno nel suo caseggiato e hanno fatto una lista di persone che si trovavano in questa situazione di totale abbandono

Questo è durato poco tempo perché, nel paese tutto si viene a sapere e le autorità civili , che non ha visto di buon occhio l’iniziativa , hanno preso  coscienza che era loro responsabilità   provvedere a queste presone. . In quel tempo il regime, ancora strettamente comunista , non ammetteva iniziative private e meno se venivano dalla Chiesa

 E’ stato bello vedere come si è potuto creare  una collaborazione tra la autorità  e la comunità cristiana

 

In quel contesto di grandi carenze , provocava molta sofferenza la mancanza di medicine. Quello che io ho potuto mettere a disposizione è stata la mia relazione con amici italiani di varie parti di Italia che solidali della necessità,  mandavano per occasioni o regolarmente delle medicine che per anni hanno potuto sollevare tanta gente. Nel paese  una persona   generosa-mente  dava ore di permanenza per distribuire queste medicine che spesso arrivavano in barattoli con migliaia di compresse che bisognava mettere in bustine .Visto da qui trovare le bustine sembra senza problemi, ma nel nostro contesto anche solo trovare la carta era difficile.  C’è stata tutta una collaborazione : chi cercava di procurare la carta, chi la tagliava e chi faceva la colla  e un ragazzo down  confezionava le bustine. Molte persone si sono mobilitate per questo. Io, quando venivo in Italia ritornavo carica di medicine e anche da Amandola portavo la materia prima e le istruzioni per fare una pomata contro i dolori che la gente considerava miracolosa e serviva per tutto, dai dolori, al raffreddore, alla tosse, al mal di testa. … Ne ho fatti tanti chili ….

 

Ricordo un altro episodio che mi è rimasto impresso di quando vivevo in Spagna. La nostra casa era nella parte alta del quartiere, su una collina . La strada per arrivarci era abbastanza ripida e si doveva passare su un ponte pedonale sull’autostrada  . Io ero arrivata da poco e una sera sono andata a messa nella parrocchia che era nella parte bassa del quartiere. Non conoscevo nessuno, solo una signora molto anziana che abitava vicino a noi. All’uscita dopo la messa  questa signora mi aspettava e mi ha preso solidamente a  braccetto. Io ero contenta di poterla accompagnare e aiutare nella salita. Quando siamo arrivate davanti alla casa dove abitavo, volevo continuare con lei fino alla sua. Ma lei mi ha lasciato e mi ha detto:” Fino a qui ti ho accompagnato. Quella è la tua porta”. Ho capito che nella vita non si sa mai chi aiuta e chi è aiutato.

Ora che sono anziana con molta difficoltà nel camminare e con bisogno di aiuto  spesso trovo persone che si fanno vicine per aiutarmi. Ora so per esperienza che quando si ha bisogno c’è sempre un angelo che si avvicina, sotto le sembianze più diverse.

Ogni volta che gentilmente qualcuno mi aiuta  mi viene in mente:”chi darà anche solo un bicchiere di acqua a uno di questi piccoli perché sono miei discepoli, lo avrà fatto a me.”   E in tutta la mia vita quanti  bicchieri di acqua dati e ricevuti sono diventati segno della presenza del Signore

 E quanta amicizia data e ricevuta è diventata comunione in cui ho  sperimentato “Io sono in mezzo a voi”